Il polittico di Sant’Emidio del 1473 di Carlo Crivelli, conservato nella Cappella del Sacramento della Cattedrale di Sant'Emidio di Ascoli Piceno, lascia davvero senza fiato. Il moto messo in opera dalla curia, coinvolgendo istituzioni e privati per il bene del patrimonio custodito nel duomo, ha salvato quest’opera (dipinto a tempera e oro su tavola).
Tutto è iniziato quando un benefattore piceno, che ha deciso di rimanere anonimo, voleva sposare il restauro di un opera per omaggiare l’anniversario della fondazione della sua azienda; la pala del Crivelli non era nella lista delle urgenze in quanto, dopo il sisma del 2016, gli interventi prioritari si sono concentrati su affreschi ed elementi strutturali (che tra l’altro stanno portando alla luce nuove scoperte) ma l’interesse del mecenate ha permesso di scoprire un problema poco visibile che stava intaccando l’opera, gli isotteri.
Così è partita la macchina che ha portato allo smontaggio, alle prime analisi da parte di esperti e dell’UNICAM di Ascoli Piceno. A febbraio 2020 si è deciso di procedere con una tecnica, l’anossia, per eliminare le termiti; questo processo consiste nel porre l’opera all’interno di un involucro sigillato dove si raggiunge lo 0,25% residuo di ossigeno, con una temperatura di 18-20°C al 50% di umidità, per un periodo di ca. 24 giorni; il tutto gestito da un macchinario collegato al sacco. Questo procedimento è il più sicuro per bonificare la pala senza interventi invasivi è può garantire l’ottimo stato di conservazione nell’involucro per 8/10 anni.
Tuttavia nessuno poteva prevedere quanto accaduto nel mondo con la diffusione del Covid-19 e al conseguente lockdown; l’opera è rimasta lì, “senza fiato”, in attesa che il paese possa ripartire e che l'intervento di restauro possa iniziare. Ad oggi le spese preventivate, solo per l'opera e per il nuovo telaio di supporto, superano i 50.000 euro al quale si dovranno aggiungere le spese impiantistiche di illuminazione e sicurezza.
Carlo Crivelli nacque a Venezia nel 1430-35, dove si formò affianco a maestri come Antonio Vivarini, Giovanni Bellini e Francesco Squarcione. Divenne uno dei maggiori esponenti del secondo Quattrocento, periodo in cui realizzerà il polittico di Sant’Emidio, 1473, commissionato dal Vescovo Prospero Caffarelli; con quest’opera l’artista raggiunse il culmine della sua arte tuttavia fu il mercato a consacrarlo prima della critica, infatti fu definito “sgradevole e sfigurato dal grottesco” dal Cavalcaselle nel 1871 e “plasticamente debole e privo di grazia” da Lionello Venturi nel 1907 (che si ravvederà nel 1961 dando merito alla qualità e all’importanza del polittico).
PRE RESTAURO