L’azienda Graziano Ricami, di Venarotta (AP), nell’ambiente dell’alta moda, è tra le più importanti realtà mondiali per l’arte del ricamo e della ricerca. Provare ad intercettare personalmente Graziano Giordani, l’imprenditore che ha fondato negli anni ottanta questa realtà, è difficilissimo; quasi impossibile farlo in presenza dei collaboratori più stretti, la moglie Silvana ed i suoi figli Adriano ed Antonio. Tuttavia in pieno lockdown decido di contattarlo dopo aver appreso della sua donazione di mascherine per ospedali, istituzioni ed associazioni impegnate nell’emergenza covid-19, sperando di potergli strappare un’appuntamento per realizzare un’intervista. Dopo un paio di tentativi mi concede del tempo…
Intervista del 22/aprile/2020
AV: Come sei riuscito a portare le principali maison del lusso a Venarotta?
GG: La mia storia parte da molto lontano… ho iniziato come tecnico di macchine cucitrici industriali, ho collaborato e visto nascere le principali realtà del distretto dell’abbigliamento della Val Vibrata poi per farla breve sono arrivato ad aprire Graziano Ricami perché volevo realizzare il bello che fosse anche buono e non la quantità… è stata durissima ma alla fine ci sono riuscito. Vedi io non amo la visibilità, lavoro in silenzio, ma mi sono pubblicizzato nel settore con la mia competenza e la ricerca cosa che ho trasmesso ai figli, che sono partiti dalla gavetta. Loro conoscono tutta la filiera e possono dialogare con i creativi delle più grandi maison sapendo come concretizzare i loro sogni… è una grande soddisfazione per me vederli cosi appassionati e ricevere dei complimenti dagli addetti del settore per il loro lavoro.
AV: State lavorando? E come ha influenzato o influenzerà i processi produttivi dell’azienda questa necessità di distanziamento?
GG: Adesso siamo fermi ma non del tutto, alcuni progetti sono pronti per essere messi in macchina, parliamo di prototipia… Non abbiamo problemi nella produzione in quanto lavoriamo con grandi telai e non sono in catena dunque i nostri standard garantiscono il distanziamento sin da subito; inoltre ci siamo mossi prima della chiusura del governo mettendo disegnatori, programmatori e ragionieri in smart working. L’unico intervento è riguardato il controllo qualità dove abbiamo rivisto le postazioni.
AV: Sul piano degli ordini avete avuto dei segnali premonitori per quanto riguarda i mercati esteri, sopratutto quello cinese?
GG: Quello cinese dava segnali di flessione dal 15 dicembre, c’era una crisi, una ristagnazione che esulava dal virus… poi con il covid in un mese si è bloccato il mondo.
Adesso però in Cina stanno riaprendo e sono arrivate le prime richieste.
AV: La Cina si è mossa per calmierare i mercati finanziari con una iniezione di oltre 170 miliardi di dollari, cosa pensi accada in Europa?
GG: Sicuramente l’Unione Europea, l’Italia, interverranno ma l’importante è che non si sparino cifre o manovre che illudano sia i lavoratori che gli imprenditori; c’è bisogno di concretezza e meno burocrazia…
AV: Come pensi risponda il mondo dell’alta moda e del lusso a questa situazione?
GG: Si vuole ripartire subito, sicuramente le pre collezioni slitteranno… poi alcune maison sono preoccupate per la filiera produttiva italiana, purtroppo si rischia una scrematura in questo frangente di fermo produttivo e quindi si sono interessati, riconoscono la ns. qualità e la possibilità di perdere fornitori li preoccupa. Nel ns. caso abbiamo ricevuto un messaggio da Michael Burke (Presidente e CEO di Louis Vuitton), la sua vicinanza è stata molto importante e gratificante.
Vedi noi non potevamo staccare la spina; con la ns. realtà sono collegate una rete di artigiani che avrebbe rischiato la chiusura, noi ce le dovevamo tenere strette queste competenze e abbiamo fatto il possibile.
AV: Ma la Graziano Ricami ha già impostato dei tasselli per il futuro?
GG: Abbiamo aperto la Galleria Giordani a Milano, sviluppato dei progetti sull’interior design (Ritz Hotel di Parigi), partecipato alla “Settimana della Moda Monegasca”, al Salone del mobile e al Fuori Salone in diverse occasioni, al 40° Anniversario "Yachting Festival" di Cannes; qui in azienda invece abbiamo avviato una scuola di formazione al ricamo con delle macchine antiche manuali, che sono imprescindibili per certi tipi di lavorazione dove l’abilità artigianale è fondamentale e poi… vediamo di ripartire. (sorride)
AV: Hai mai ricevuto offerte dall’estero per delocalizzare la tua attività?
GG: Si una proposta in Svizzera… ma le mie origini sono qui, in questo paesino di 2000 anime.
AV: Mi hai raccontato delle tue umili origini prima, di come era dura ma allo stesso tempo sano quel mondo contadino che hai vissuto… quale pensi sia un “bene” che oggi diamo per scontato ma potremmo vederlo diventare il lusso del futuro?
GG: Forse sarà il cibo naturale il vero lusso del domani.
AV: Mascherine, beneficenza, l’impegno per…
GG: Come ti dicevo, in generale, lavoriamo in silenzio. Non ci piace pubblicizzare dei gesti che nascono con naturalezza e con fini nel quale non contano numeri, cifre…
AV: Puoi dirmi se di mascherine hanno fatto richiesta anche i vostri clienti all’estero? Per supportare l’emergenza?
GG: … (ci alziamo)
(Visiterò personalmente la produzione delle mascherine, dove noterò le cuciture con i colori italiani e francesi, ma ciò che davvero mi colpirà sarà vedere la giovane età dei ragazzi coinvolti, l’affiatamento di Marie e la sua squadra, la dinamicità di come hanno affrontato il cambio produttivo e le procedure imposte dal covid).